Le città come Foreste Urbane

Le città come Foreste Urbane

EXPO 2015 non si è concluso il 31 ottobre 2015 ma è continuato fino ad oggi grazie agli oltre 40 interventi di valorizzazione ambientale e riqualificazione del territorio rurale realizzati nell'hinterland milanese. Il convegno di ERSAF "Le città come Foreste Urbane: da Expo 2015 a Agenda 2030" del 7 novembre a Milano è stata un'occasione dedicata ad amministratori, professionisti, agricoltori, esperti del settore, per condividere i contenuti degli interventi realizzati grazie ad EXPO 2015, approfondire alcune tematiche e fare rete per diffondere le buone pratiche adottate. Occasione per confrontarsi sul ruolo dei diversi attori coinvolti (Enti Pubblici, Professionisti, Agricoltori) e su come possa essere possibile integrare l'inevitabile processo evolutivo con una dimensione attenta e rispettosa della natura e rafforzare la consapevolezza del territorio quale "bene comune", fruibile dalle generazioni presenti e future. Infine, un'occasione per dare un seguito al World Forum on Urban Forests di Mantova e porre le fondamenta per il raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030. La premessa è che il perimetro di occupazione del suolo di Expo doveva essere compensato dalla realizzazione di sistemi verdi di qualità che tenessero conto del volume ecologico, non di particolare pregio a dire la verità, che sarebbe andato perduto con la creazione dell'area espositiva.

Gianluca Maffoni di ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste della Lombardia si è occupato di definire i risultati ottenuti dall'ente preposto a questo scopo. La sfida per gli esperti mobilitati dall'ente, amministratori, ingegneri, architetti, agronomi, forestali, agricoltori, naturalisti, è stata quella di concorrere a valorizzare gli elementi esistenti e a migliorare alcuni aspetti. In questa ottica sono riemersi a nuova vita venti fontanili che, riqualificati, hanno consentito un migliore l'utilizzo delle acque a scopo irriguo dei territori agricoli circostanti. Sono stati creati cinquanta chilometri di itinerari ciclopedonali a scopo non semplicemente salutistico o ricreativo ma anche educativo e culturale. Sono stati piantumati ottantamila alberi, alcuni dei quali hanno creato filari o rivitalizzato vecchi boschi, mentre altri hanno dato vita a nuovi boschi che vedremo crescere nel corso dei prossimi decenni.
Expo 2015 ha dato all'hinterland milanese la possibilità di effettuare interventi di valorizzazione ambientale e di riqualificazione del territorio rurale, più evidenti nel quadrante ovest, in prossimità di Rho Fiera, sede dell'evento, ma presenti un po' ovunque. Un grande sforzo che ha mosso diversi soggetti, compresi gli agricoltori, guidati da personale qualificato a custodire le vestigia di un patrimonio ambientale antico. Si tratta di elementi del paesaggio lombardo a lungo trascurati, altrimenti destinati al decadimento o alla scomparsa, sacrificati a nuovi utilizzi del suolo.
Ed ecco affiorare durante il convegno, soprattutto nell'intervento di Marco Pezzetta, del distretto agricolo Valle Olona, parole e luoghi che sembravano scomparsi, suggestioni lontane eppure ancora presenti: fontanili, marcite, abbazie, cascine, canali, risaie, rogge, mulini, navigli e ville. Le marcite testimoniano la sapienza, verso il 1200, dei monaci cistercensi, che avevano sfruttato a sevizio dell'allevamento la natura acquitrinosa originaria delle distese erbose padane: lasciavano l'ultima erba del prato non sfalciata, facendola dunque marcire durante l'inverno con l'acqua dei fontanili ricavati dalle risorgive, sorgenti di acqua dolce naturale affioranti dal terreno. I campi, così fertilizzati, producevano per il resto dell'anno foraggio in abbondanza per l'allevamento bovino.

Le cascine lombarde, dove c'erano le stalle e si producevano burro e formaggio, sono la tipologia costruttiva rurale tipica di questo periodo. L'intrico di canali e rogge, avviato dai monaci, e perfezionato con i navigli, ha contribuito a rendere la pianura padana coltivabile. I navigli erano corsi d'acqua artificiali navigabili particolarmente utili per il trasporto delle merci verso i mercati cittadini. Per l'abbondanza d'acqua, la coltura d'eccellenza, a partire dalla fine del Quattrocento, sotto Galeazzo Maria Sforza, fu il riso, una grande novità, che aveva una resa superiore ad altri cereali e avrebbe rappresentato da lì a poco una economia importante in Lombardia. Interessante l'intervento di due naturalisti, poiché nel frattempo sono in corso utili monitoraggi faunistici, sia di volatili che di farfalle, nelle aree oggetto di intervento, volti a cogliere un aumento della biodiversità anche attraverso la presenza di specie "target" particolarmente sensibili a cambiamenti nel proprio habitat.
Interessante l'intervento di Giorgio Vacchiano (La forestazione urbana: che differenza fa un albero) che ha parlato di alberi e CO2 (la variazione in città è minima quando si parla di alberi sparsi o di filari mentre funziona per i boschi) o di particolato (questo invece si riduce notevolmente tranne che nel caso dell'effetto tunnel del viale alberato al centro con le due corsie da una parte e dall'altra ed edifici molto alti sui due lati) o di stock di carbonio (pure questo si riduce, assorbito anche attraverso il suolo). Fatti utili raffronti con tre città europee come Londra che, un tempo solo circondata da parchi, è ora riuscita a creare collegamenti verdi a ragnatela verso questi polmoni esterni. Berlino con le sue venti "passeggiate di connessione", le green walks e Barcellona per la stretta connessione tra il verde cittadino e il Museo di Scienze naturali.