A Milano, nel cuore di Porta Nuova, Maurizio Lai disegna un ristorante dove il Giappone trova una interpretazione originale e non di maniera, tra materiali nobili e tagli di luce. Il nuovo IYO Aalto, la seconda insegna del gruppo dopo IYO Taste Experience - l’unico ristorante giapponese premiato con una stella Michelin in Italia. Affacciato in Piazza Alvar Aalto, ai piedi di Torre Solaria - il grattacielo residenziale più alto d’Italia - il ristorante è frutto della volontà dell'imprenditore Claudio Liu che ha voluto portare nel cuore della nuova Milano una nuova esperienza gastronomica.
Maurizio Lai evoca le suggestioni del Sol Levante attraverso una sensibilità non di maniera, lontana da stereotipi e luoghi comuni. I richiami alla tradizione nipponica sono molto sottili, lasciando spazio a un linguaggio progettuale dal sapore puro e contemporaneo. Il risultato è un luogo nel quale si rintracciano nuovi canoni estetici e una poetica della materia autonoma, dove la luce si fa strumento di racconto per accompagnare l’ospite alla scoperta di un nuovo livello di esperienza.
Lo spazio, di 320 mq, si snoda in un percorso che abbraccia la grande cucina a vista, la cantina, l’esclusiva saletta Sushi Banco e il Ristorante Gastronomico.
Materiali naturali – legno di noce, porfido, ottone, pelle – si combinano con elementi sofisticati e tecnologici.
Maurizio Lai definisce un ristorante dal sapore assoluto, alla ricerca di simmetrie profonde tra luoghi, attimi di esperienza, atmosfere estetiche, tattili, materiche. Troviamo così trasferiti nello spazio i valori fondanti l’esperienza gastronomica firmata IYO.
IYO Aalto coniuga infatti due anime in un unico gesto: la tradizione edomae di Tokyo con i più contemporanei sapori della cucina del Sol Levante. Una duplice esperienza di degustazione, in ambienti progettati sin nei dettagli più minuti. Il progetto di interior La transizione dall’esterno all’interno è definita da un ingresso che introduce a una dimensione atemporale e onirica: una bussola con lastre in vetro float e specchi fumé dilata lo spazio, in un gioco di trasparenze e riflessi infiniti. All'interno si è accolti da un’installazione luminosa e un desk, realizzato in porfido grigio-verde fiammato e ottone, che con la sua forma organica introduce un dialogo tra forma e materia che continuerà per tutto il locale.
IYO Aalto è infatti caratterizzato dalla presenza discreta e costante di segni che caratterizzano tutte le superfici: piccoli intarsi in ottone annegati nelle doghe in legno dei pavimenti; code di rondine - anch'esse in ottone - che rievocano la cultura dell'alta falegnameria, sino alle viti degli arredi. Una piccola sala ripropone per 8 coperti l’edomae zushi giapponese: un insieme di rituali che affonda le sue radici nell’epoca Bunsei (1818-1830), dove i nigiri sono preparati davanti all’ospite. Attraverso la mano dei due sushi master rivive la tradizione dell’edomae zushi che obbedisce a fattori fondamentali come la stagionalità, la selezione quotidiana del pesce più pregiato, l’attenzione al riso che non può essere relegato a semplice complemento.
La parete di ingresso è realizzata con Brise Soleil in noce canaletto e lascia intravedere sia l’ambiente interno sia la grande vetrata che affaccia sul Bosco Verticale e la Biblioteca degli Alberi. Il banco è in noce canaletto, con piano di lavoro e piatti in porfido grigio-verde levigato, caratterizzati da sottili intarsi in ottone. Le sedute sono in pelle, con una struttura in olmo nero e un rivestimento su misura color cuoio, utilizzato anche per gli imbottiti della sala principale.
Tra l’ambiente del Sushi Banco e quello del Ristorante Gastronomico, una scansione modulare in vetro contribuisce alla permeabilità degli ambienti, custodendo al suo interno antiche botti di Sakè.
Poi c'è Omakase (letteralmente, “lascia fare a me”) che indica il percorso, scelto ogni giorno dai sushi master Masashi Susuki e Luciano Yamashita, per tutti gli ospiti del sushi banco. Una sequenza che alterna nigiri serviti secondo una rigorosa stagionalità e una sequenza progressiva di grassezza e umami, ad assaggi di cucina più elaborata, al vapore o ai fumi di una griglia robatayaki. Tutte le portate sono preparate davanti agli ospiti che possono ammirare da vicino la maestria dei due shokunin e interagire direttamente con loro. Al di qua del banco lavorano invece Miwa Saito, che con la sua grazia discreta accompagna i commensali in ogni momento, e Savio Bina, che completa l’esperienza con gli abbinamenti di vino, sake e tè.
Lo straordinario patrimonio della cucina giapponese viene filtrato dal sapere contemporaneo per offrire un’esperienza autentica e ambiziosa, in una sala pensata per accogliere un massimo di 38 coperti.
Materia e superfici si accostano senza mai toccarsi, in un gioco di poetiche assenze. La pulizia e il rigore formale definiscono un linguaggio che rimanda alla tradizione nipponica senza ostentarne o riprodurne stilemi.
I tavoli in legno presentano intarsi in coda di rondine di ottone e, al centro, un piatto girevole in porfido grigio-verde.
Alle pareti si trovano pareti mobili scorrevoli in noce canaletto, che fungono da Brise Soleil e permettono di filtrare la luce esterna a seconda del momento e delle esigenze.
Ph credits Andrea Martiradonna
Architetto, scenografo e designer, Maurizio Lai nasce a Padova e studia presso la facoltà di architettura di Venezia e al Politecnico di Milano, dove si laurea. Inizia la sua carriera progettando per la televisione, lo spettacolo e la moda, per estendere rapidamente l'attività al settore residenziale e commerciale sia in Italia che all'estero. Nel 1998 fonda e dirige LAI STUDIO, come organismo multidisciplinare che sviluppa costanti sinergie tra l’architettura e il design, determinandone l'intenso impatto emotivo delle realizzazioni.
IYO Aalto
Piazza Alvar Alto
Viale della Liberazione 15 Milano
12.30 - 14.00 19.30 - 22.00
Chiuso lunedì a pranzo e domenica tutto il giorno